BRACIERI ANTICHI IN FERRO (ORIGINAL KADAI) L’anima dell’agape
Quanta, quanta gente si è radunata attorno a me: uomini dalle mani callose, sporche di fatica; donne con la faccia avvizzita, provate dalle difficoltà dell’esistenza; ragazzi, vibranti di energia, e ragazze, innamorate dalla vita prima ancor che dell’amore; e bambini, bambini gioiosi, col futuro negli occhi. Quante, quante storie sono state raccontate, al calore e alla luce del fuoco che, nel mio ventre, ardeva: le avventure di chi tornava e i desideri di chi partiva; i giorni che si susseguono sempre uguali e quegli attimi di sorprendente felicità; la noia, la rabbia, l’abbandono; e la poesia, le note di sitar che si spandevano nell’aria. I miei manici erano orecchie attente, le impunture tanti occhi che si imprimevano dentro momenti come diapositive. Nella mia pancia rovente pietanze prelibate si cuocevano, per essere gustate in serate intime ma condivise. Ero il fulcro del convivio, l’anima dell’agape. Porto in me il ricordo di tutta quella gente, tutte quelle storie. Attendo, paziente, il momento in cui le braci torneranno a divampare nelle mie viscere. E io, dopo tanto ascoltare, racconterò.